I rivestimenti murali Thermoshield sono il frutto di quasi un decennio di indagini e sperimentazioni condotte dalla General Industries Corp. negli anni ’80, studi incoronati infine da un grande successo. La società americana ha immesso sul mercato per l’appunto una vernice per fabbricati pressoché perfetta: le speciali particelle di ceramica di cui il prodotto si compone sono in grado infatti non soltanto di rendere piacevole alla vista una qualsiasi superficie trattata, ma anche di isolare immobili, silos oppure ancora delle tubazioni. Tra l’altro esse possono anche raggiungere alti livelli di riflessione e dissipazione dei raggi isolanti, vale a dire che il prodotto, grazie alle sue elevate capacità di emittanza, è anche un eccellente termoisolante.

Piccola curiosità: perché mai si dovrebbe credere che una semplice vernice possa avere queste caratteristiche? Beh, semplicemente perché essa è stata utilizzata persino dalle industrie aerospaziali ed ha contribuito a mandare in orbita lo Space Shuttle! Chiaramente il progetto è stato riadattato alle esigenze di chi popola un edificio che, non è difficile capirlo, sono un po’ diverse da quelle di chi fluttua nello spazio. Nello specifico i rivestimenti Thermoshield sono diventati un po’ più pratici da utilizzare semplicemente avviluppando le bolle cave in ceramica qui presenti in guaine elestometriche facilmente applicabili.

Riassumendo quindi una tecnologia spaziale è stata, dopo qualche opportuno aggiustamento, adattata al settore edilizio ed industriale: quando si dice roba dell’altro mondo!

La concorrenza

Ma cosa distingue i rivestimenti Thermoshield da tutti gli altri prodotti similari ad oggi presenti sul mercato? Beh, tralasciando le notizie relative allo Space Shuttle e quindi le particolari caratteristiche delle particelle di ceramica presenti nella formula, potremmo innanzitutto dire che a differenziare l’uno dagli altri concorrono sicuramente tutti gli altri materiali adoperati per comporre il rivestimento. Ogni ingrediente, per così dire, è sintetico e, come tale, non soggetto agli shock termici o all’azione degli agenti atmosferici, non deteriorabile per effetto dell’ozono e praticamente non interessato da fenomeni quali il decadimento oppure ancora la decomposizione.

Cos’altro è presente, oltre alla ceramica, in questo rivestimento? Beh, sicuramente resine, fillers e pigmenti vari. Nel primo caso abbiamo a che fare con acrilici elastometrici capaci di rendere il prodotto elastico e quindi non soggetto a rotture, crepe o fessure. Le resine tra l’altro hanno proprietà idrorepellenti e traspiranti e ciò significa che un’eventuale esposizione all’acqua non si traduce in ristagni.

Esse inoltre non sono degradabili, non invecchiano, hanno una lunga aspettativa di vita, non si deformano facilmente e, anche nel caso in cui ciò accadesse, riacquisterebbero il formato originale. Ma non finisce qui. Il prodotto, grazie a queste resine, gode di permeabilità variabile, vale a dire che, sottoposta all’azione dell’acqua una qualsiasi superficie trattata con i rivestimenti Thermoshield avrebbe tenuta stagna e, tornata in condizioni normali, espellerebbe il liquido assorbito facendo sì che il rivestimento tornasse a respirare, per così dire. La combinazione di questa funzione (tenuta stagna e successiva evaporazione dell’acqua) non è presente in alcun altro prodotto similare.

Per quanto riguarda i fillers essi sono in grado non soltanto di durare a lungo nel tempo ma anche, come già anticipato, di assicurare agli utenti una buona emittanza e, di conseguenza, un efficace controllo sui fenomeni di dispersione termica.

Altri vantaggi

I rivestimenti Thermoshield si caratterizzano inoltre in quanto refrattari allo sporco ed eventualmente semplici da ripulire, ignifughi, economici, rispettosi dell’ambiente, atossici e di facile manutenzione.
Qualora il prodotto venisse mal applicato poi potrebbe facilmente essere ripristinato in tempi successivi.
Ultimo particolare: utilizzando questo tipo di rivestimenti, secondo test di laboratorio supportati da prove empiriche, la superficie trattata rimarrebbe inalterata per decenni.

Uno studio sulle pitture

Salentec, vale a dire una società spin-off dell’Università del Salento, ha compiuto degli studi accurati sulle qualità delle vernici ad oggi utilizzate in ambito edilizio.
Uno degli aspetti su cui i tecnici si sono focalizzati è il cosiddetto fattore SRI, vale a dire l’indice di riflessività solare. Esso è in genere pari o superiore a 100 quando le vernici sono di buona qualità ed hanno inoltre soddisfacenti caratteristiche termoisolanti.

Tale qualità viene notevolmente potenziata dall’uso di filler non organici, per inciso gli stessi utilizzati nei rivestimenti Thermoshield. Perché il materiale prescelto per realizzare i fillers sia poi valutabile positivamente è necessario che le particelle di cui esso si compone non siano alterabili o comunque fragili. Ottimi risultano quindi i prodotti che si avvalgono di rivestimenti in cui sia presente il vetro o la ceramica, meno performanti invece sono quelli di più vecchia concezione.

Importante è poi nella formulazione la presenza di stucchi ultraleggeri ed alleggeriti, anche in questo caso composti di microparticelle di vetro o ceramica che garantiscono resistenza, elasticità ed adesione alle superfici. Queste inoltre permettono di lavorare molto più velocemente. Insomma, ancora una volta i rivestimenti Thermoshield sembrano aver superato tutti i test del caso; parola di scienziati!

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