Seppure vero che il Superbonus 110% è valido in generale per gli interventi che migliorano l’efficienza energetica dell’abitazione, per lo più ci si è concentrati sulla sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

Forse è un errore: i cambiamenti climatici vanno in direzione di un aumento rapido delle temperature globali.

Il tema dell’isolamento termico di un edificio infatti è affrontato il più delle volte per ridurre i consumi energetici collegati al riscaldamento invernale.

Questo aspetto è ovviamente molto importante, ma va considerato allo stesso modo l’aspetto collegato all’isolamento estivo tenendo presente che i costi energetici per raffrescare un edificio possono essere talvolta superiori a quelli per il riscaldamento invernale.

L’isolamento termico, progettato anche per la fase estiva, permette di ridurre anche del 50% i costi derivanti dall’uso dei condizionatori per il raffrescamento della casa.

Inoltre c’è un tema da non sottovalutare, quello dei cambiamenti climatici: In tutti gli scenari previsti dagli esperti aumenta il numero di giorni caldi e dei periodi senza pioggia.

I diversi modelli climatici valutano l’aumento della temperatura fino a 2°C nel periodo 2021-2050, rispetto al periodo 1981-2010. Nello scenario peggiore, però, l’aumento della temperatura può raggiungere i 5°C.

Per questo i benefici dell’isolamento termico a cappotto, nei climi mediterranei, non riguardano solo la riduzione del consumo di energia ma anche il livello di comfort degli ambienti abitati. Il numero di ore annuali con temperatura interna superiore a 25 °C può essere ridotto fino al 75% adottando un livello di isolamento termico eccellente.

Materiali da considerare per isolamento dal caldo estivo

Tutti i materiali prodotti per isolare termicamente funzionano in entrambi i sensi, sia verso il caldo che verso il freddo. Certo, ci sono delle differenze anche importanti in questo senso tra un materiale e l’altro, ma in linea di massima, per l’uso di civile abitazione, possiamo ritenere queste differenze come secondarie rispetto alla prestazione assoluta. 

L’ isolamento termico deve impedire il contatto tra ambienti aventi temperature differenti isolandoli reciprocamente, tra l’ambiente abitato e l’esterno. Sia d’ estate che d’inverno. 

 Sulla base di quanto indicato in precedenza, per l’isolamento termico estivo vi sono materiali più indicati di altri.

La pittura termo-riflettente

La pittura termo-riflettente è in grado di aumentare sensibilmente l’efficienza energetica nelle stanze dove viene applicata, riducendo i consumi energetici e migliorando il comfort ambientale. È un bel vantaggio, se si considera che oltre il 90% degli immobili italiani non è energeticamente efficiente. Non sempre è possibile intervenire per risolvere questa condizione realizzando un cappotto termico perché lo spazio o il contesto architettonico, ad esempio, non lo consentono. In queste situazioni la pittura termo-riflettente da il meglio di sé. Oggi è possibile ridurre le dispersioni di energia attraverso le pareti semplicemente verniciandole.

La pittura termo-riflettente: cos’è

La pittura termo-riflettente è il frutto delle ricerche nel campo della nanotecnologia: la scienza che studia la materia a livello atomico e molecolare. L’ordine di grandezza preso in considerazione da questa disciplina è il nanometro (in genere tra gli 1 e i 100 nanometri), cioè meno di un miliardesimo di metro. Manipolando la materia a questo livello è possibile ottenere una pittura nanotecnologica completamente nuova con caratteristiche e prestazioni superiori. La pittura termo-riflettente è composta da particolari micro e nano particelle termo riflettenti che sono in grado di intercettare i raggi con cui si propaga il calore e di rifletterli in gran percentuale.

La pittura termo-riflettente: come funziona

In pratica la pittura termo-riflettente riflette l’energia termica come uno specchio. Applicando questa pittura nanotecnologica si crea un micro rivestimento sul muro che respinge il calore e riduce notevolmente la dispersione. Il calore non passa rapidamente attraverso le pareti trattate con la pittura term-oriflettente per poi disperdersi verso l’esterno ma viene riflesso all’interno della stanza. L’uso di questa pittura permette perciò di tenere le stanze più calde e di ridurre i consumi per il riscaldamento con un bel risparmio energetico sulla bolletta del gas e dell’energia elettrica.

Le differenze tra pittura termo-riflettente e isolamento termico

Il funzionamento della pittura termo-riflettente è in parte diverso rispetto al tradizionale concetto di isolamento termico. Nell’isolamento si cerca di impedire che il calore che si sposti da una zona con una temperatura più alta verso una zona con una temperatura più bassa secondo il principio della conduzione. La pittura termo-riflettente, invece, sfrutta il principio della riflessione per rimandare indietro l’energia termica verso la fonte del calore. L’effetto della pittura termo-riflettente e dell’isolamento termico è simile ma si fonda su due principi fisici diversi.

La pittura termo-riflettente: i vantaggi

Il principale vantaggio della pittura termo-riflettente è l’aumento dell’efficienza termica. Permette di ridurre le dispersioni di calore e di conseguenza riduce le spese energetiche. Inoltre è di facile applicazione: si stende come una normale pittura con il pennello, il rullo o la pistola a spruzzo. L’applicazione di una pittura termo-riflettente impedisce la formazione della condensa e il conseguente sviluppo di muffa, conservando la traspirabilità del muro.

La pittura termo-riflettente: dove si usa

La pittura termo-riflettente per interni è molto indicata in tutti gli ambienti interni, domestici e non, sprovvisti di adeguati sistemi di isolamento. Può essere utilizzata in tutte quelle situazioni in cui non c’è lo spazio sufficiente o le condizioni per poter installare il cappotto termico. Lo spessore della pittura termo-riflettente è di pochi micron e la sua applicazione non riduce le dimensioni delle stanze. È inoltre la finitura ideale per pannelli isolanti per interno, contribuendo a migliorare sensibilmente le prestazioni fornite dal materiale coibentante utilizzato. Ideale nelle stanze fredde, umide, in ombra o esposte a nord, in tutte le stanze dove si forma vapore e condensa come la cucina, il bagno o la lavanderia perché inibisce la condensa e la muffa. La pittura termo-riflettente, però, non sostituisce le prestazioni di un sistema a cappotto ma permette di ottenere un beneficio sensibile in termini di efficienza energetica e comfort ambientale sia dove non è possibile intervenire con un isolante tradizionale, sia in alternativa ad una verniciatura tradizionale. La pittura termo-riflettente infine permette di correggere i ponti termici.

Cappotto termico in lana di roccia: il comportamento estivo

Calore specifico, densità e sfasamento termico sono gli aspetti da considerare per una coibentazione efficace sia in inverno che in estate.

La lana di roccia trova largo impiego in edilizia, soprattutto come isolante per la realizzazione di cappotti termici, per la coibentazione delle coperture piane o a falda, in cemento o legno, interventi, tra l’altro, agevolati con il Superbonus 110% e l’Ecobonus.

La lana di roccia cos’è?

 La lana di roccia è un isolante termo-acustico appartenente alla famiglia delle Fibre Artificiali Vetrose, prodotte dalla fusione della roccia a 1500°C. La roccia fusa viene trasformata in fibre, da cui deriva la natura fibrosa del materiale. Alle fibre vengono poi aggiunti resine per legare le fibre ed olio che rende idrorepellente il pannello.

La lana di roccia come funziona

La lana di roccia possiede ottime capacità isolanti con valori di Conducibilità Termica (λ) in comportamento invernale compresi tra 0.033 e 0.042 W/(mK). È un materiale molto traspirante con valori di Resistenza alla diffusione del Vapore (μ) pari a circa 1 (ricordiamo che il μ dell’aria è uguale a 1). Presenta un ottimo comportamento al fuoco, e in termini di reazione al fuoco è classificabile come materiale di classe A1. È un materiale eco-friendly perchè riciclabile.

L’installazione di un cappotto termico nasce generalmente dalla necessità di contrastare le perdite di calore che avvengono nella stagione invernale. Ma, un sistema a cappotto, a differenza dell’omonimo capo di abbigliamento, “veste” l’edificio anche durante la stagione estiva.

Pertanto, è importante, in fase progettuale, conoscere il comportamento del materiale isolante nella fase estiva, onde evitare la creazione di un effetto greenhouse nel proprio appartamento.

Il calore specifico è la quantità di calore necessaria ad aumentare di 1° la temperatura di un 1kg di materiale. La densità è il rapporto tra la massa e il volume di un materiale. Più un materiale è massivo, con un alto valore di calore specifico e con un basso valore di conducibilità termica e maggiore sarà la sua inerzia termica. L’inerzia termica si può definire come la capacità di un materiale di accumulare calore e rilasciarlo in un secondo momento. Un involucro edilizio con un’alta inerzia termica permette di regolarizzare le variazioni di temperatura interna e di ritardare l’ingresso del flusso di calore garantendo un migliore comfort estivo. L’isolamento con lana di roccia permette di migliorare l’inerzia termica delle pareti perimetrali oltre a garantire un ottimo isolamento invernale.

Cos’è lo sfasamento termico

Un altro fattore determinante per il raggiungimento del comfort estivo è lo sfasamento termico. Si definisce sfasamento termico: il tempo che il picco dell’onda termica estiva (che coincide con le ore del primo pomeriggio) impiega per attraversare un materiale o un componente dell’involucro, dall’esterno all’interno (in un edificio sono le strutture “opache” come i muri di facciata e la copertura). Uno sfasamento ottimale dovrebbe essere almeno di 12 ore, in questo modo, il calore entrerà all’interno dell’abitazione nelle ore notturne, durante le quali può essere smaltito con il ricambio d’aria.

Con quali spessori del pannello si riesce ad ottenere uno sfasamento termico ottimale e che allo stesso tempo garantisca un buon comportamento invernale?

Lo sfasamento di una parete perimetrale è influenzato maggiormente dalla struttura muraria più che dall’elemento isolante. Se la struttura è in cemento armato, rispetto al laterizio o ad una struttura in legno, a parità di spessore di isolante avrò diversi valori di sfasamento. Ipotizzando una stratigrafia di parete composta da un laterizio forato da 25cm, intonacato su entrambi i lati e un cappotto da 12cm in lana di roccia, raggiungerò un valore di sfasamento estivo di 13 ore e un buon isolamento termico invernale.

I fattori che determinano un buon comportamento estivo sono differenti e vanno considerati contemporaneamente in fase progettuale.

Un cappotto in lana di roccia viene finito con uno strato di rasatura armata e con l’intonachino, anche questi due strati di finitura contribuiscono leggermente a migliorare lo sfasamento della parete. Oltre a questo, non è necessario abbinare nessun altro materiale specifico, mentre potrebbe essere interessante la valutazione di una controparete sul lato interno della stratigrafia, al fine di ridurre ulteriormente la trasmissione del calore verso gli ambienti interni.

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